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Trento, 5 gennaio 2001
IL '68 E NOI: RIFLESSIONE SUL "CASO FISCHER"
Intervista a Marco Boato
de l'Adige del 6 gennaio 2001

Che cosa ricorda del periodo della "contestazione"?
Non ho mai avuto un atteggiamento "nostalgico" rispetto a quegli anni, perché ho sempre cercato di guardare avanti, di costruire il futuro, di vivere pienamente ogni fase storica nella sua peculiarità. Gli anni '60 hanno comunque rappresentato un periodo di straordinaria vitalità politica e culturale per Trento e il Trentino, ed hanno lasciato un segno profondo su tutti i protagonisti, da una parte e dall'altra. Questo riguarda sia il mondo dell'università e della scuola, sia il mondo produttivo con i lavoratori, i sindacalisti e gli imprenditori, sia anche il mondo ecclesiale e quello culturale. Molto diversi, più duri ed estremizzati, sono stati i primi anni '70, dopo la strage di piazza Fontana e con la strategia della tensione e delle stragi.

Che cosa, di quegli anni, ha più influenzato la sua "carriera politica"?
Prima di tutto, ho imparato proprio allora a vivere l'impegno politico e civile mai come una "carriera", ma come la testimonianza e il costante tentativo di realizzazione dei valori in cui si crede. I valori sono rimasti gli stessi: giustizia, eguaglianza, libertà, nel quadro di un personalismo comunitario di ispirazione cristiana, ma vissuto in piena laicità. Dagli anni del mio impegno giovanile mi è rimasta la voglia del cambiamento, la capacità di indignazione di fronte alle ingiustizie, il rifiuto della stanca rassegnazione di fronte all'esistente, il gusto dell'innovazione, il rispetto dei diversi, il valore delle differenze.

Rinnega qualche comportamento di allora?
Credo sia sbagliato tanto il "mitizzare" quegli anni, quanto, all'opposto, il pentirsi di esserne stati protagonisti. L'aspetto più negativo - non tanto del '68, quanto degli anni '70 - è stato quello dell'estremizzazione ideologica, condizionato anche dal contesto geo-politico della guerra fredda. Per non guardare sempre al proprio ombelico, basti pensare che il 20 gennaio 2001 si concludono otto anni di presidenza Clinton negli USA, ma che lo stesso Clinton negli anni '60 e '70 combatteva contro il ruolo degli USA nel Vietnam. Nell'arco di 30 anni è come se si fossero succedute - sul piano politico e culturale mondiale - intere ere geologiche. Anche chi è stato protagonista di questi decenni deve saper sempre più adottare l'ottica della storiografia più che quella della propria biografia personale.

Negli "anni caldi" ha partecipato ad atti di violenza politica?
Quegli anni furono anche caratterizzati da episodi di violenza, da una parte e dall'altra. Debbo alla mia fede cristiana e all'educazione dei miei genitori la capacità di rifiutare e combattere la violenza politica ovunque si manifestasse. Questo atteggiamento mi procurò in quegli anni qualche incomprensione e anche qualche avversione malevola, ma a distanza di tanti anni sono felice di non avere pagine da nascondere. Ho combattuto contro la violenza nei movimenti collettivi, ma ho anche denunciato e ricostruito gravissimi episodi di illegalità dentro certi settori degli apparati istituzionali di allora. Credo di aver dato un contributo determinante perché Trento uscisse senza spargimento di sangue e senza odio da un periodo storico difficile, talora troppo aspro e duro, ma che ha messo in atto profonde dinamiche di cambiamento.

 

  Marco Boato

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